Stefano Colantuono, 54 anni, romano come il suo predecessore, Roberto Stellone, era in attesa di una chiamata dalla A, il campionato che ha frequentato assiduamente negli ultimi dieci anni, con rare e quasi sempre fortunate eccezioni, visto che due volte su due ha vinto il campionato cadetto con l’Atalanta, una volta facendo più punti del Siena di Antonio Conte.
Il ritorno di Colantuono
Colantuono torna in B alla guida del Bari con l’obiettivo di riportare in alto una piazza che da tempo fatica a tornare in auge.
Proprio dall’ex tecnico atalantino il Bari ha deciso di ripartire per cercare di risolvere la sua crisi di risultati e ridare cuore e gamba alla propria squadra. Tra le principali sfide che il neo mister dovrà affrontare e risolvere compare il delicato compito di individuare l’assetto migliore per questa rosa, trovando quanto prima un profilo tattico spendibile per il proseguo della stagione.
La lavagna tattica
4-4-2 (o 4-4-1-1), 4-3-3 o 3-5-2, sono diversi gli schemi tattici adottati da Mr Colantuono nel corso della sua carriera da allenatore e sui quali potrebbe fare affidamento per questa sua nuova avventura alla guida del Bari.
Dal punto di vista tattico, vestito con il 4-4-1-1, il Bari non vivrebbe grandi stravolgimenti. Brienza – pupillo di Colantuono – agirebbe dove, a Bergamo, giocava l’eclettico Maxi Moralez. Davanti a Brienza una punta di spessore, alla Maniero (o Denis per mantenere vivo il paragone). Sulle fasce, al posto dei vari Fedato, Ivan e Castrovilli troverebbero più spazio Martinho e Furlan i quali potrebbero beneficiare del cambio di modulo per giocare in un ruolo più coerente ed in linea alle loro caratteristiche. Ruolo chiave nello scacchiere tattico, e caro a Colantuono, il regista.
Se nell’Atalanta il mister si affidava all’estro e alla fantasia di Cigarini come fulcro e catalizzatore del gioco, a chi nel Bari fra Romizi, Valiani, Fedele e Basha potrebbe essere assegnato questo delicato ruolo? Forse Basha, peraltro vecchia conoscenza dello stesso Colantuono. O magari Ivan, in un netto cambio concettuale.
Nel caso di 4-3-3, il discorso tattico si baserebbe su un centrocampo tutto dinamismo che potrebbe prevedere Basha (o Romizi) in regia, più una serie di varianti a misura di mezzale come Valiani, Fedele, Ivan e lo stesso Martinho. In avanti Maniero resterebbe la boa mentre Fedato, Furlan e Doumbia andrebbero ad impossessarsi delle ali.
Infine, il 3-5-2. Una svolta tattica totale. Cambierebbe la difesa, con Capradossi al posto di un Tonucci meno dinamico, in aggiunta a Moras e Di Cesare intoccabili. E Cassani, per esperienza e diligenza, jolly accattivante anche per mansioni più accentrate. Pochi dubbi tattici su Sabelli e Daprelà. Finirebbero indubbiamente più avanti, esterni di un centrocampo a cinque che li vedrebbe puri fluidificanti, e con ancor maggior gamba rispetto ad oggi.
Colantuono in carriera ha mostrato in più di un’occasione di saper cucire l’abito giusto alle sue squadre. Ma prima ancora che dedicarsi ai moduli tattici, dovrà entrare nella testa e nelle gambe di una squadra che da tempo ha toccato il fondo. Per uno che viene dalla serie A, non dovrebbe essere difficile.